Giro della Provincia di Grosseto – Successo a Pietropolli, ma che comica nella seconda tappa…………..

Il gruppo sbaglia strada
Frapporti vince a Orbetello

 

Nella seconda tappa del Giro della provincia di Grosseto un clamoroso errore mette fuori gioco tutti i big. Primo successo da pro per il bresciano, Bennati resta leader della classifica generale

Marco Frapporti è nato il 30 marzo 1985. Bettini

Marco Frapporti è nato il 30 marzo 1985. Bettini
ORBETELLO (Grosseto), 14 febbraio 2009 – Volata: il gruppo sbaglia strada e vince il primo che se ne accorge, Marco Frapporti, che viaggia intruppato intorno alla quindicesima posizione e sterza appena in tempo per prendere la corsia giusta. E’ successo alla seconda delle tre tappe del Giro della Provincia di Grosseto, Santa Fiora-Orbetello. Proprio qui, un anno fa, per colpa di una curva sempre a 300 metri dall’arrivo e giudicata pericolosa, il gruppo aveva scioperato e la tappa era stata annullata.
L’EQUIVOCO – L’arrivo è identico, con i corridori che piombano dalla panoramica dell’Argentario, attraversano il ponte sulla diga ed entrano in Orbetello: solo che stavolta, alla rotonda, invece di girare a sinistra, si va a destra. Poi c’è una controcurva, dove la strada si divide: a sinistra dovrebbero andare le automobili, a destra i corridori. Una transenna dovrebbe indurre i corridori a dirigersi verso destra, c’è anche un addetto dell’organizzazione pronto a segnalare la direzione esatta con una bandierina, ma il punto rimane comunque scoperto e ambiguo. Tant’è vero che al primo passaggio sul traguardo, 45 chilometri prima dell’arrivo, Claudio Corti, team manager della Barloworld, e alcuni giornalisti si piazzano sulla deviazione per le macchine e formano una sorta di cordone per bloccarne l’ingresso. E appena se ne allontanano, i ritardatari – fra cui l’ucraino Metluschenko – sbagliano strada.
LA FRITTATA E IL VINCITORE – E anche il gruppo, quando ripassa sullo stesso punto, sbaglia strada. In testa c’è Fabio Sabatini, gregario della Liquigas, che tira – a tutta, a 50 all’ora – per Daniele Bennati. Alla ruota di Bennati c’è Alberto Ongarato, vedovo di Alessandro Petacchi, poi Enrico Gasparotto, Luca Paolini e Daniele Colli. Sabatini prende la curva larga e rimane sulla sinistra, e il gruppo gli va dietro. Frapporti è il più lesto a cambiare idea e strada, e vince. Poi arrivano Lorenzo Bernucci, il brasiliano Murilo Fisher, Daniele Righi e il campione del mondo Alessandro Ballan: tutta gente che ha appena finito di lavorare per tenere il gruppo compatto o per impostare la volata dei capitani e dei velocisti, e che dunque era ormai staccata da quelli di testa. Frapporti, bresciano, alla prima vittoria da professionista: "Non sono stato fortunato, ma attento". E’ il primo di quattro fratelli: Simona, professionista alla Chirio-Forno d’Asolo; Mattia, allievo; e Chiara, che però al ciclismo preferisce la danza artistica.
PAROLE PAROLE – Sabatini: "Non ho visto nessuno, ho tirato diritto. Poi ho sentito Bennati che mi urlava, pensavo che avesse perduto la mia ruota, e ho rallentato. Invece…". Bennati: "Quel punto non era segnalato, e non c’era neanche la gente, bastava mettere un nastro". Gasparotto: "E’ vero che ci eravamo già passati una volta, ma nel finale si è sempre poco lucidi". Paolini: "In quei momenti non puoi guardare che la ruota davanti alla tua". Colli: "Ho tenuto duro 212 chilometri per niente. Devo pensare di aver fatto un allenamento, non di aver sprecato un’occasione". Ballan: "Ho detto a Gasparotto di mettersi dietro di me, ho tirato fino ai 700 metri, poi mi sono sfilato. Quando mi sono accorto che avevamo sbagliato strada, ho fatto marcia indietro e… sono arrivato quinto. Di solito l’imboccatura per le macchine è verso destra, forse anche questo ha aiutato a ingannarci". Mauro Finetto, compagno di Frapporti: "Marco era di fianco a me, in un istante mi sono reso conto che ci eravamo sbagliati, lui è stato bravissimo a inforcare a destra. E mi sono detto: ’Vince lui’". Righi: "Ero staccato, e mi sono perso tutto il finale. Volendo, avrei anche potuto superare Fischer e arrivare terzo. Ma non sapevo che cosa fosse successo".
LA CRONACA – La tappa è partita sottozero (-4° sul Monte Amiata) ed è vissuta sulla fuga di Proni (ieri caduto e ferito), l’ucraino Diudia e il russo Brutt: evasi al km 58, hanno raggiunto un vantaggio massimo di 5’20" al km 139, sono stati ripresi al km 192. Ballan ha provato ad andarsene su uno strappo a -8, con Daniele Pietropolli. Poi il grande equivoco quando Bennati sembrava destinato al bis. Annullati i distacchi causati dall’errore finale, la maglia di leader rimane comunque a lui. Oggi terza e ultima tappa, da Castiglione della Pescaia a Massa Marittima, 145,8 chilometri, con la salita di Roccatederighi a metà percorso e per quattro volte lo strappo di Massa Marittima nel finale, con tanto di arrivo.
 

Pietropolli, colpo doppio
tappa e Giro di Grosseto

 

Il 28enne veronese supera all’ultima curva Garzelli e porta a casa la vittoria di giornata e la classifica generale. "Non me l’aspettavo, ma è una vittoria di squadra". Lo sconfitto: "Sono partito troppo lungo, volevo anticipare la curva"

La volata vincente di Daniele Pietropolli a Grosseto. Bettini

La volata vincente di Daniele Pietropolli a Grosseto. Bettini
MASSA MARITTIMA (Grosseto), 15 febbraio 2009 – Le sue vittorie valgono doppio. Un anno fa, nel Giro della Provincia di Reggio Calabria, ha vinto l’ultima tappa e conquistato la classifica finale. Adesso, al Giro della Provincia di Grosseto, ha concesso il bis: tappa finale e maglia definitiva. Daniele Pietropolli è l’eroe del giorno: 28 anni, veronese, un ragazzo semplice, un corridore completo. E nessuno conosce i suoi limiti. Nemmeno lui.
LA TAPPA – Il via da Castiglione della Pescaia: mare, sole, freddo, gente. L’arrivo a Massa Marittima: collina, nuvole, freddo, gente. In mezzo, la solita lunga fuga, stavolta a tre – l’ucraino Diudia, il laziale Sestili e lo svizzero Hollenstein -, scattata al km 39, raggiunto il massimo vantaggio al km 49 (8’50"), tenuta a portata di sicurezza (4’40" al km 90). Il finale prevedeva tre giri di un circuito di 12,3 km, con passaggio nell’insuperabile piazza Garibaldi di Massa Marittima. La prima volta il trio aveva 2’10" sul gruppo. La seconda volta Diudia precedeva Sestili e Hollenstein di 28" con il gruppo, tirato dal campione del mondo Alessandro Ballan, a 55". La terza volta, ripreso il fuggitivo, rimaneva in gioco una trentina di corridori, fra cui i primi due nella generale, Daniele Bennati e Marco Frapporti. Il primo a osare è stato Francesco Ginanni, che attaccava gli ultimi 3 km, una salita al 5,2 per cento medio, con 12" di vantaggio. All’ultimo chilometro guidavano lo sloveno Simon Spilak, l’ex tricolore Enrico Gasparotto, Stefano Garzelli, Francesco Reda e Pietropolli. Ha allungato Reda, ha risposto Garzelli, all’ultima curva Pietropolli ha superato Garzelli, al largo e alla grande. E fra maxiabbuoni e minidistacchi, si è aggiudicato anche la classifica finale.
IL VINCITORE – Pietropolli: "Non me l’aspettavo. Oggi si pensava di far fare la corsa a Lorenzo Bernucci, che in classifica era quello messo meglio. Poi la corsa ha preso un’altra piega, io ci ho provato e ce l’ho fatta. Garzelli è partito lungo, forse troppo, mi ha tirato il collo ma anche la volata, lui si è impiantato, io ho vinto. Ma è una vittoria di squadra: a cominciare da Bosisio, Chiarini e Di Luca, che si sono sacrificati a lavorare. Confesso di non sapere che corridore sono. Ho cominciato a fare il professionista nella Tenax: era una squadra dove cercavamo la fuga per mostrare la maglia, e quando arrivava il momento X, eravamo finiti. Con capitani come Di Luca e Petacchi la storia è cambiata, perché non abbiamo più obiettivi se non i loro. E con gregari come Spezialetti e Ongarato abbiamo imparato a correre in una maniera diversa, più dura ed efficace. Così mi sembra di essere tornato il Pietropolli dilettante: un corridore costante, completo, forte anche in salita e capace di vincere. Mi ritengo fortunato, perché io ho trovato qualcuno, il team manager Fabio Bordonali, disposto a darmi fiducia anche nei periodi meno felici, mentre altri miei colleghi sono rimasti senza squadra, e senza ciclismo".
LO SCONFITTO – Garzelli: "Sono partito troppo lungo perché volevo anticipare la curva. Il mio scopo era quello di fare la mia traiettoria e costringere chi eventualmente volesse superarmi, a farlo all’esterno, coprendo più strada. Pietropolli l’ha fatto, e mi ha girato all’esterno: complimenti, è stato bravissimo. E’ vero, sono rimasto sulle gambe, ma è la mia prima corsa dell’anno, ed è normale che fosse così. Ho ancora da lavorare in vista della Tirreno-Adriatico, dove vorrei curare la classifica. Diciamo che va bene anche così. Però non vorrei che questo fosse l’inizio di una lunga serie di secondi posti, già collezionati nel 2008".
LA SQUADRA – Gasparotto: "La mia squadra è stata super, e ci tengo a ringraziarla innanzitutto. Da Ballan, straordinario, che ha fatto in testa un giro completo del circuito finale, a Sapa, Righi, Grendene e Ponzi, che hanno condotto l’inseguimento da soli. E Ponzi aveva anche la dissenteria. Poi Spilak, decisivo nell’ultima salita. E’ un ragazzo di grandi qualità, tant’è vero che non si arriva, per caso, sesti al Giro delle Fiandre. All’ultimo chilometro ho pensato di dare via libera proprio a Simon, e forse avrei fatto meglio, correndo di contropiede. Invece ho provato a stare dietro a Garzelli e Pietropolli, ma mi manca ancora un po’ di brillantezza. Adesso Laigueglia, Giro di Sardegna, Giro del Friuli e Tirreno-Adriatico. Con ottimismo".
 
Fonte articoli e foto : www.gazzetta.it
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